Sentenza Thyssenkrupp
Il 13 maggio 2016 la Corte di Cassazione ha confermato le condanne per gli indagati nell'ambito del processo Thyssenkrupp, facendo sì che diventassero esecutive.
Si parla del rogo sviluppatosi nello stabilimento di Torino dell'azienda, la notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007, in cui morirono 7 lavoratori. Si è dimostrato nei 9 anni che sono trascorsi e nei vari gradi di giudizio (il processo di appello è stato celebrato due volte perchè in un primo momento la Corte di Cassazione aveva cassato, appunto, la prima sentenza di appello) come la causa del rogo sia consistita nelle cattive condizioni in cui versava l'impianto dell'acciaieria, dove stavano lavorando le vittime, soprattutto a causa della cattiva o quasi assente manutenzione effettuata, in vista della vicina chiusura dello stabilimento. Inoltre il personale era stato ridotto numericamente per gli stessi motivi, per cui risultava insufficiente a far fronte ad eventuali situazioni di emergenza, come quella che si presenterà quella notte. Infine i dispositivi antincendio erano carenti e scarsamente manutenuti, per cui in presenza di fiamme non sarebbero stati sufficienti a contenere l'emergenza.
Tali sono state le condizioni che hanno portato alla condanna di tutti coloro che coprivano ruoli di garanzia per la sicurezza dei lavoratori che hanno trovato la morte quella notte, dall'AD condannato a 9 anni e 8 mesi ai dirigenti aziendali con ruoli decisionali in materia di antincendio e manutenzione, al RSPP aziendale condannati a pene che vanno dai 6 anni e 3 mesi ai 7 anni e 6 mesi.
Risulta evidente come in questo caso siamo di fronte a figure che considerano la prevenzione in azienda un costo e non un investimento. Figure analoghe a tante altre che si incontrano in tante altre aziende più o meno simili, più o meno grandi. Questa sentenza farà storia d'ora in poi perchè mai prima di ora si era arrivati a pene tanto severe nei confronti di coloro che avevano un ruolo di garanzia in azienda, ma io mi auguro diventi storica per tutti coloro che con superficialità ogni giorno aggirano le esigenze di prevenzione dettate dalla propria attività, con la scusa che in tempi di crisi non si possono "sprecare" soldi, e che faccia capire loro PRIMA di doversi recare in carcere, come hanno fatto i dirigenti Thyssenkrupp, che non vale la pena rischiare la vita dei propri dipendenti o dei propri colleghi.